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Critique de Roiben


Il racconto, in sé, non è male; sa indubbiamente come attirare l'attenzione del lettore e perfino trattenerla.
L'introduzione, tuttavia, ormai abbastanza abituata a questo genere di letteratura, appare un po' scontata, noiosa e inutile. Che problema avevano gli autori di inizio secolo scorso a inventarsi una storia dalla A alla Z e proporla ai lettori, senza fingere che fosse tratta dalla cronaca reale? Dopo la terza volta che mi capita di leggere la formula del "mi hanno raccontato questo fatto, ve lo riporto così com'è" diventa piuttosto ridicolo.
Il finale, devo ammettere, è stato una sorpresa, non necessariamente gradita, ma indubbiamente degno di nota. Quindi la giudico comunque positiva, come esperienza in sé, se non altro per avermi lasciata di stucco.
Ho un unico dubbio: c'è un errore nell'ultimo capitolo e non capisco se l'errore è dell'autore o dell'editore. di fatto Javert passa da un colloquio a quattrocchi con il suo capo (penso nell'ufficio di quest'ultimo), a una sorta di confronto in stile Ellery Queen direttamente nella dimora del castellano. Manca un pezzo di storia che leghi le due scene. Ho dovuto rileggerlo due volte per capirlo, perché a una prima lettura mi ero persa e non capivo cosa stesse accadendo!
Comunque sia, la giudico una lettura piacevole e un racconto scorrevole che vale sicuramente il tempo speso.
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