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Critique de Roiben


Arsène Lupin (nelle vesti di principe Sernine) è di nuovo invischiato nei guai della Grande Guerra. Questa non ha ancora avuto inizio, e il nostro intrepido eroe fa del proprio meglio per ritardarne l'arrivo, a costo di separare due innamorati e ignorare le grazie di una bella fanciulla (o per lo meno provare a farlo).
Si è trovato un nuovo collaboratore, che sembra un po' impacciato e sottomesso, ma che in realtà è piuttosto in gamba e acuto. Ed è anche un ex poliziotto, istruito in gioventù niente meno che da Ganimard in persona. Solo che questo particolare sfugge al signor Lupin.
Abbiamo altresì una deliziosa scenetta di Arsène in compagnia del gatto dell'ex poliziotto, un gatto piuttosto ruffiano che cerca di ingraziarsi il ladro con le moine. Chissà se è una femmina…
Della trama non c'è molto altro che si possa dire senza rovinare il finale. C'è una banda di ungheresi che cerca di mettere i bastoni fra le ruote un po' a tutti. C'è un piccolo buco di trama, nel quale non si spiega qual è il ruolo della signora dai capelli scuri che gabba il ladro al ricevimento. È ungherese anche lei? Desidera che l'Austria e la Serbia vadano in rotta? Chi può dirlo, nel romanzo non è specificato.
Non viene detto in modo chiaro, ma credo che Lupin, tempo dopo, racconti l'avventura che ha vissuto a Leblanc. Lo si intuisce dal tono utilizzato e dalle confidenze che si lascia sfuggire di tanto in tanto.
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