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Critique de Roiben


Leggere questo primo scorcio scritto nel 1911 da Marcel Allain e Pierre Souvestre è stata tutto sommato un'esperienza positiva. Il testo scorre via in maniera semplice, potrei dire quasi piacevole in effetti, se non fosse un noir.
Riguardo a Fantômas non avevo mai letto alcun libro, né visto alcuna riproduzione su schermo, quindi per me è una nuova scoperta, nonostante dati più di un secolo dalla sua prima apparizione. Nella mia immaginazione, in realtà, me lo figuravo un poco differente: più freddo e calcolatore, meno legato al mondo terreno (a parte i soldi, ma di quelli non si può fare a meno con altrettanta facilità, se si vuol vivere con stile); invece riesce a mettersi nei guai con ammirevole impegno e a uscirne solo con una lunga scia di cadaveri appresso, prendendosi pure un sacco di botte e insulti a contorno; insomma, sembra più uno che si arrabatta per accaparrarsi quel che di buono e vantaggioso offre la giornata, piuttosto che la tanto decantata mente geniale che calcola con precisione i pro e i contro descritta da Juve… ed è pure innamorato, la qual cosa mi pare lo penalizzi nel suo viaggio verso l'inferno nonché l'empireo dei grandi. Non so, il soggetto non mi ha convinta fino in fondo: è un cattivo che al momento sembra buono solo a uccidere chiunque gli attraversi la strada e potenzialmente potrebbe metterlo in guai maggiori di quelli che si va a cercare da sé, ma alla fin fine che cosa ci ha guadagnato, a parte qualche mese di prigione gratuita alla Santé e un biglietto vincente della lotteria (che mi piacerebbe proprio vedere a che titolo incasserà, ma immagino non me lo spiegheranno)?
Sono molto dispiaciuta per la brutta fine che ha fatto quel fanfarone bocca-larga dell'attore Valgrand, e anche per il suo povero valletto Charlot, il quale in definitiva è morto per nulla visto che non mi pareva rappresentasse questa gran minaccia.
Non ho capito cosa c'entrava Etienne Rambert con tutta la pantomima. A che scopo rubarne i connotati e la vita? Nelle sue vesti doveva persino lavorare per ottenere risultati tangibili? E di certo non era così necessario per entrare in casa della Marchesa di Langrune, bastava emulare l'attore e truccarsi giusto per l'occasione. Ma sopra a tutto: perché Charles Rambert è stato risparmiato? Voglio dire, la principessa Sonia Danidoff è bella, giovane, attraente… donna (e ricca, anche). Valeva la pena di lasciarla in giro, se non altro per bearsi gli occhi. Ma Charles? A che scopo avercelo fra i piedi? Stessa questione per Alice, la madre: perché spendere denaro per pagare una clinica quando la si può tranquillamente eliminare dalla faccia della Terra? Mistero!
Ho ancora una domanda, l'ultima: ma Gurn e Juve non ce l'avevano un nome completo? Nel 1911 sono piuttosto convinta che la gente possedesse un nome e anche un cognome (eventualmente un titolo onorifico o di lavoro). Invece questi due sono come Madonna: viaggiano con il nome d'arte (perfino alla Sûreté).
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