Benedetto Saraceno

C'è da chiedersi il perché di tanto disinteresse per il trattamento di disturbi psichiatrici che restano o non riconosciuti, o banalizzati, o trattati in modo inadeguato o, infine, quando si tratta di disturbi più gravi la soluzione resta nella maggior parte dei paesi quella del ricovero in strutture per lo più antiterapeutiche se non in molti (troppi) casi clamorosamente inumane.

(Riabilitare la città)

C'è da chiedersi tuttavia perché i progressi siano tanto lenti e tanto sporadici quando le strategie di intervento per la salute mentale non sono certo fra le più costose se comparate con altri interventi di alta complessità medica. L'intervento in salute mentale costo-effettivo non richiede tecnologie sofisticate, può ridurre al minimo il ricorso all'ospedalizzazione, utilizza farmaci di costo modesto (qualora non si utilizzino farmaci di ultima generazione più costosi e per nulla più efficaci di quelli meno costosi e più antichi) e, unico vero investimento, si avvale di personale adeguato per numero e per formazione.
Eppure l'innovazione e le riforme stentano ad affermarsi, a parte poche eccezioni. Non c'è una sola spiegazione a tale stato delle cose ma esistono numerose barriere che contribuiscono alla staticità scandalosa dell'assistenza psichiatrica che, quando presente, nel peggiore dei casi è costituita da miseria e internamento e nel migliore dall'applicazione di modelli biomedici asfittici e comunque lontani dai bisogni psicosociali complessi degli utenti.
La prima barriera è certamente rappresentata dalla centralizzazione o meglio dire dal sequestro delle risorse umane e finanziarie da parte delle grandi istituzioni psichiatriche.

(Salute mentale globale : barriere e sfide)

BigPharma spende molto di più per il marketing che per la ricerca e dunque quando di fronte alla richiesta di abbassare i prezzi dei farmaci ancora protetti dal brevetto l'industria usa l'argomento dell'ammortizzamento dei costi per la ricerca di nuovi farmaci per giustificare l'impossibilità della riduzione dei prezzi, mente. La Johnson&Johnson ha speso nel 2013 17,5 bilioni di dollari nel marketing contro 8,2 bilioni in ricerca e sviluppo di nuove molecole. Pfizer a fronte di 11,4 bilioni di dollari spesi nel marketing ne ha spesi 4,8 di meno per la ricerca e AstraZeneca ha speso 4,3 bilioni in ricerca ma 7,3 in marketing.
I risultati di questa potente campagna di marketing si vedono. In Francia (il paese con il più alto consumo di psicofarmaci al mondo) fra le trenta molecole più vendute vi sono gli ipnoinduttori zolpidem e zopiclone, l'ansiolitico alprazolam, l'antidepressivo paroxetina; alcuni farmaci pur non figurando fra i più venduti in termini di "pezzi" sono fra i più remunerativi a causa del prezzo elevato come, ancora in Francia, è il caso dell'antidepressivo escitalopram e degli antipsicotici risperidone e aripiprazolo.
Dunque i psichiatri prescrivono molto e spesso prescrivono molto caro.

(Una disciplina virtuale e non sempre virtuosa per una malattia reale)

Va detto che il Dsm è la più formidabile fonte di denaro per l'associazione psichiatrica americana che ricava dai molteplici manuali e manualetti connessi al Dsm alcuni milioni di dollari ogni anno. I tentativi fatti dall'Organizzazione mondiale della salute di giungere a un sistema unico e universale di diagnosi psichiatrica armonizzando l'International Classification of Diseases (Icd 10 - capitolo V) riconosciuto dall'Assemblea dei paesi membri dell'Oms con il Dsm si è scontrata con l'esigenza degli psichiatri americani di mantenere anche artificialmente delle differenze. Infatti mentre l'Icd 10 è utilizzabile gratuitamente (l'Oms non ricava royalties dall'uso dei suoi strumenti diagnostici), il Dsm è venduto ai suoi utilizzatori e se i due sistemi divenissero identici non vi sarebbe più il guadagno per l'American Psychiatric Association.

(Aporie della diagnosi psichiatrica e politiche di salute mentale)

L'effetto collaterale di una legittima e lodevole ambizione a uno statuto più scientifico della psichiatria è tuttavia l'abbandono di grandi e dimenticate questioni che hanno a che fare con la solidità epistemologica dei concetti di malattia mentale e di cura della medesima. In altre parole, le questioni intorno all'esistenza della malattia e alla funzione normalizzatrice della Psichiatria restano pertinenti, irrisolte, urgenti e ignorate.
Cosicché, la drammatica fragilità epistemologica della Psichiatria resta immutata cosi come immutata resta la grande sfida morale alle sue pratiche.

(Introduzione)

La riabilitazione psicosociale non può essere un intrattenimento dei pazienti organizzato da staff dequalificati o da specialisti nelle più bizzarre abilità. La riabilitazione psicosociale è ricostruzione della cittadinanza, è aumento delle abilità individuali in un contesto che consenta pero l'esercizio reale delle abilità acquisite: si tratta di aumentare le abilità e contemporaneamente diminuire le risposte invalidanti del contesto circostante.

(Disabilità mentale e abilitazione alla cittadinanza)

Oggi per comune convenzione si considerano valori della pressione arteriosa minima superiori a 90 come patologici; se decidessimo che la barra viene abbassata e che a partire da 85 la pressione minima va considerata patologica, improvvisamente avremmo aumentato di decine di milioni il numero di malati di ipertensione e avremmo al tempo stesso decuplicati i benefici finanziari dell'industria farmaceutica che vende ipertensivi. Questo è quello che sta succedendo in psichiatria grazie a una forte arbitrarietà del discrimine "oggettivo" fra caso e non-caso, grazie alla complicità fra psichiatri e industria, grazie a un mediatizzazione della malattia mentale che pervade la quotidianità degli individui e si appropria di tutti i fenomeni "normali" di sofferenza psicologica e sociale trasformandoli in "malattie". L'ansia dei giovani che affrontano l'esame di maturità o il legittimo stress conseguente a un evento traumatico e la fisiologica depressione che consegue a un lutto si psichiatrizzano e per ogni sofferenza c'è una diagnosi.

(Aporie della diagnosi psichiatrica e politiche di salute mentale)

Non è stato abbastanza denunciato il fatto che le persone con disturbi mentali muoiono molto prima delle persone della medesima età e condizione socio-economica che pero non soffrono di queste malattie e disabilità. [...] Tale mortalità precoce non è dovuta alla malattia in sé (la malattia mentale in sé rende conto soltanto di una frazione limitata di decessi imputabili o al suicidio o alle conseguenze dell'uso di alcol e altre sostanze psicotrope). Tutti gli altri decessi precoci, e che sono la maggioranza, sono invece dovuti alla scarsa attenzione da parte dei sistemi sanitari verso le patologie somatiche delle persone con malattie mentali, alle patologie somatiche concomitanti che dipendono dalle condizioni di abbandono, di marginalità sociale o di istituzionalizzazione delle persone con malattie mentali e, infine, ai protratti trattamenti psicofarmacologici responsabili di un accumulo di gravi effetti indesiderati.

(Disabilità mentale e abilitazione alla cittadinanza)

L'istituzione da deistituzionalizzare non è tanto l'edificio dell'ospedale bensì l'edificio stesso della Psichiatria che riproduce comunque e ovunque la propria ideologia.

(Introduzione)