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Citation de Chocolatiine


Quando arrivammo a Trieste, nel 1971, Basaglia ci sconvolse. Non gli interessava il nostro curriculum, cosa avessimo imparato all'università, quali altre esperienze avessimo fatto. Gli importava che fossimo tutti giovani. Non contaminati dalle psichiatrie. Che fossimo disponibili a stare in quella storia che stava per cominciare, di cui nulla sapevamo.
Tutti venimmo assegnati a un reparto. Inviati, disarmati, al fronte. A fare che? A dire cosa? Con quali strumenti? La risposta è ironica e disarmante , appunto: "non potete fare più danni di quanto è già stato fatto!"
Nella clinica universitaria napoletana avevo il camice bianco che mi costituiva e mi proteggeva, accennava a un ruolo, a un'appartenenza. Ero dottore.
Nel reparto dove sono stato mandato non importa a nessuno che sei dottore, camice bianco neanche a parlarne e devi guardarti dal pronunciare le parole della psichiatria che hai imparato. Parole che, appena dette, ti ritornano inadeguate, estranee, inutili, biffe. In reparto devi ascoltare. Nelle prime assemblee con gli internati devi ascoltare. Alla riunione delle cinque, la quotidiana riunione di fine giornata col direttore, devi ascoltare e cominci a capire che quanto hai imparato ti allontana; ti impedisce di ascoltare, di vedere, d'incontrare l'altro.

(Peppe Dell'Acqua, da "aut aut" n°357/2013, La diagnosi in psichiatria)
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