È difficile dare un voto al diario di Pavese, che arriva fino alla decisione di suicidarsi: è solo in parte un'opera letteraria, per cui il voto va considerato riferirsi solo a questo aspetto e non, per esempio, alla "storia". È una specie di diario, dedicato soprattutto a riflessioni sulla poetica e sull'essere scrittore, inframmezzato soprattutto nei primi anni di brevi e violente invettive misogine; sinceramente non ne esce la figura di un grand'uomo, piuttosto quella di un uomo consapevole di avere qualche inguaribile male oscuro nella sua psicologia; e qui sta la tragicità della lettura di questo diario, perché Pavese era consapevole che sarebbe stato trovato, letto e pubblicato, eppure non si è presentato in modo meno scostante. Non è una lettura "piacevole".
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