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Critique de annarosa
(...) (https://leletturediannarosa.wordpress.com/)
OSSERVAZIONI. Marie Cardinal scrive in una prosa naturalmente elegante e la narrazione è coinvolgente, benchè la sua schiettezza possa persino disturbare e non sempre, per me personalmente, l'analisi dei suoi sogni o incubi sia estremamente interessante (ma questo è un limite mio, non della scrittrice). Devo dire che se ho letto rapidamente quest'opera, qualificata come “romanzo autobiografico”, è stato anche perché volevo capire certi aspetti della vita della protagonista, che comunque mi sembra siano rimasti un po' inspiegati. In particolare, mi chiedo come mai il fratello sia nominato ma non compaia se non alla fine e con un rilievo minimo, e come si conciliassero una vita normale di adulta (il lavoro di pubblicitaria, l'accudimento dei tre figli, tutti piccoli, e i rapporti col marito, pur spesso lontano per lavoro, tutte cose che hanno uno spazio inspiegabilmente insignificante nel libro), se lei non riusciva più neanche a uscire dalla stanza da bagno perché in preda ai suoi terrori. Anche mi ha disturbato che la scrittrice abbia reso pubblici i difetti e le colpe di sua madre, però capisco che questa esposizione di esperienze così personali fa parte di un contesto culturale di emancipazione che peraltro coinvolgeva in modo importante la psichiatria (sono gli anni di Basaglia …) : un'operazione verità, insomma, a 360 °. Non per nulla il libro si chiude con le parole:
“Alcuni giorni dopo era il Maggio 68”.
Lien : https://leletturediannarosa...
OSSERVAZIONI. Marie Cardinal scrive in una prosa naturalmente elegante e la narrazione è coinvolgente, benchè la sua schiettezza possa persino disturbare e non sempre, per me personalmente, l'analisi dei suoi sogni o incubi sia estremamente interessante (ma questo è un limite mio, non della scrittrice). Devo dire che se ho letto rapidamente quest'opera, qualificata come “romanzo autobiografico”, è stato anche perché volevo capire certi aspetti della vita della protagonista, che comunque mi sembra siano rimasti un po' inspiegati. In particolare, mi chiedo come mai il fratello sia nominato ma non compaia se non alla fine e con un rilievo minimo, e come si conciliassero una vita normale di adulta (il lavoro di pubblicitaria, l'accudimento dei tre figli, tutti piccoli, e i rapporti col marito, pur spesso lontano per lavoro, tutte cose che hanno uno spazio inspiegabilmente insignificante nel libro), se lei non riusciva più neanche a uscire dalla stanza da bagno perché in preda ai suoi terrori. Anche mi ha disturbato che la scrittrice abbia reso pubblici i difetti e le colpe di sua madre, però capisco che questa esposizione di esperienze così personali fa parte di un contesto culturale di emancipazione che peraltro coinvolgeva in modo importante la psichiatria (sono gli anni di Basaglia …) : un'operazione verità, insomma, a 360 °. Non per nulla il libro si chiude con le parole:
“Alcuni giorni dopo era il Maggio 68”.
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