Karol Fauvel è nato a Parigi nel 1993. Ha studiato Filosofia alla Sorbona e ha scritto una tesi di laurea magistrale sulla teoria della relatività e il rapporto tra filosofia e scienza nel XX secolo. Dal 2015 scrive poesie ed è particolarmente interessato alla poesia francese dal 1945 ad oggi.
Intervista a Karol Fauvel di Valentina di Cesare
Formicaleone, letteratura e altre bestie.
La tua è una poesia visionaria o piuttosto vocata alla partecipazione civile, ai grandi temi del tuo tempo?
"Nel momento della redazione de L’européenne, durante la campagna presidenziale francese del 2017, qualcuno mi aveva detto che scrivere di politica non era il ruolo della poesia, perché doveva piuttosto essere visionaria e non preoccuparsi del tempo presente. Credo pertanto che la poesia non debba per forza essere visionaria e, nel caso contrario, potrebbe esserlo per coincidenza. Ne L’européenne avevo voglia di comprendere l’attualità in Francia, di interessarmi ai discorsi politici, al potere delle parole; esse possono unire o escludere, costruire o distruggere. Non volevo scrivere né un programma politico né un manifesto, ma un testo che sia in grado di fare appello alla partecipazione civile di ciascuno secondo i propri mezzi, il mio essendo la scrittura".
https://formicaleone.wordpress.com/2019/09/11/il-mio-unico-messaggio-e-una-rivendicazione-di-liberta-intervista-a-karol-fauvel/
(...) J'imagine les eaux d'Europe
Au flash-info des géopoètes
Des baleines en état de choc
Qui rivalisent dans les assiettes
J'imagine des goélands banquiers
Qui claquent tout leur fric
Et qui plongent leurs becs
Dans les affaires de la justice
J'imagine des ronds-points
Qui ont le mal du pays
Qui font des ronds de jambe
Avec le sens de la répartie
(...)
(...) À l’amour
De l’ordre étouffé
Sous l’étatisme
Aux désinscrits
Des professions
Tolérées par la police
À l’illégalisme
Salutaire où pousse
Un anarchiste
Au pouvoir
Qui s’en va seul
Et se pulvérise