Tutti sappiamo bene che, in un libro contemporaneo di poesia, non è affatto consueto poter riconoscere - come accade invece ne "La mattina dopo" - che l'io narrante coincide con quello di una lettrice accanita, non di rado sorpresa in re: accade più spesso non solo che gli echi intertestuali vengano accuratamente mimetizzati, ma anche che la 'prepotenza' espositiva della voce autoriale dimentichi la sua essenza naturalmente dialogica. In effetti, il rapporto che Ste...
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