Supplique à ma mère.
... Tu es irremplaçable. C'est pourquoi est condamnée
à la solitude la vie que tu m'as donnée.
Et je ne veux pas être seul. J'ai une faim démesurée
d'amour, de l'amour de corps sans âme demeurés.
Car l'âme est en toi, c'est toi, tu es simplement
ma mère et ton amour est mon asservissement ...
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita que mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.
Perchè l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre et il tuo amore è la mia schiavitù ...
p. 82
Supplique à ma mère
Il est difficile de dire, dans le langage d'un fils à sa mère,
ce qui, en mon for intérieur, ne me ressemble guère.
Tu es la seule au monde à savoir ce qu'il en a toujours
été de mon cœur, avant tout autre amour.
C'est pourquoi je dois te dire ce qu'il est horrible de connaître :
c'est dans ta grâce que je vois mon angoisse naître.
Tu es irremplaçable. C'est pourquoi est condamnée
à la solitude la vie que tu m'as donnée.
Et je ne veux pas être seul. J'ai une faim démesurée
d'amour, de l'amour de corps sans âme demeurés.
Car l'âme est en toi, c'est toi, tu es simplement
ma mère et ton amour est mon asservissement :
j'ai passé asservi à cette sensation toute mon enfance,
sensation élevée, irrémédiable, d'un engagement immense.
C'était le seul moyen de ressentir la vie,
sa nuance absolue, sa forme absolue : voilà, elle est finie.
Nous survivons et c'est la confusion
d'une vie renée hors de la raison.
Je te supplie, ah je te supplie, de ne pas vouloir mourir.
Je suis ici, seul, avec toi, en un avril à venir...
(Traduction par René de Ceccatty, Éditions Payot, Collection Rivages poche, p. 83-85)
... il sait qu'il n'y a pas d'autre issue
que d'accepter la fin de tout ce qui s'est terminé
dans l'humiliation, ou dans un peu de poésie ...
...egli sa che non c'è via
che accettare la fine di quanto fini`
nell' umiliazione, o un po` di poesia...
La mort ne consiste pas
à ne plus pouvoir communiquer
mais à ne plus être compris.
Je suis une force du passé.
ecco, petalo incarnato su petalo,
nella Rosa Cinquina, il Dolore Due:
lo « sbaglio di tutta una vita ».
Basta staccare un petalo e lo vedi.
Rosso dove doveva esser bianco,
o bianco dove doveva esser giallo, come
volete : e questo per tutta una vita,
che, per fatalità, consente UNA
SOLA VIA, UNA FORMA SOLA.
Come un fiume, che – nel meraviglioso
stupefacente suo essere
quel fiume – contiene il fatale
non essere alcun altro fiume.
Si dice, nella vita van perse molte occasioni:
ma... la Vita ha un’occasione SOLA.
Io l’ho perduta tutta.
È una rosa carnale di dolore,
con cinque rose incarnate,
cancri di rosa nella rosa
prima: in principio era il Dolore.
Solo chi non è nato, vive!
Vive perchè vivrà, e tutto sarà suo,
è suo, fu suo!
Si apre come un’aurora
Roma, dietro le spirali del Tevere,
gonfio di alberi splendidi come fiori,
biancheggiante città che attende i non nati,
forma incerta come un incendio
nell’incendio di una Nuova Preistoria.
Supplica a mia madre
È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…