L'uomo di Elcito

L'UOMO DI ELCITO de Maximiliano CIMATTI,
- Meridiano Zero (p. 250, euro 16,00).

Les Marches, terres frontalières, annexées au nouveau Royaume d'Italie, rentrent dans la modernité avec la construction de la ligne de chemin de fer Rome Ancône.
Les gendarmes assurent la protection des travailleurs contre les embuscades des bandits qui infestent la région.
Le mont San Vicino se dresse au-dessus des vallées cultivées.
Dans cette nature dure et solitaire, dans laquelle se déroule cette histoire, des soldats et des brigands circulent.
Ce roman se lit d'une traite car il est plein d'action, de suspense, d'embuscades et de bagarres dans une tavernes comme dans un western.
L'histoire a des moments tragiques comme la peste d'Ancône et beaux comme le tendre amour d'Anselmo pout Teresa. Anselmo qui est obsédé par la capture du voleur Olmo Carbonari.
Les brigands ont trouvé Olmo blessé, ils l'emmènent dans leur repaire, Elcito, pour le soigner. Ils ne connaissent pas son identité.
Une petite communauté se forme donc à Elcito entre les brigands et les ouvriers rebelles chassés par les maîtres de la terre. Les bergers et leurs familles se sont rebellés contre la nouvelle conscription décidée par l'Etat.
Dans le nouveau Royaume d'Italie, les injustices perdurent.
Enfants, nous volions, et nous ne voulions pas voler. Les murs et les certitudes se sont écroulés une fois les limites connues.
Le narrateur de cette histoire a connu cette expérience ; l'amour et la connaissance de l'autre le poussent à combattre ce qui incarne le mal.
Dans notre société moderne, au bien-être mal réparti, de solitude dans la multitude, sans la chaleur de la solidarité, le rêve d'une petite communauté à taille humaine est d'actualité.
Le choix d'Anselmo de ne pas trahir les voleurs de Elcito pour l'amour de Teresa, pour cette belle terre, pour la vie communautaire , est peut-être le même qui a conduit l'auteur Maximiliano Cimatti, d'abandonner le travail, la ville et à ne pas trahir son rêve de vivre dans la chaleur d'un petit village des Marches, où il vit maintenant ?
Si oui, le roman est presque autobiographique.
Bonne lecture à tous de la part de Fabrizio,

Amitiés.
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Anche nelle Marche, terre di frontiera, annesse al nuovo Regno d'Italia arriva la modernità con la costruzione della ferrovia Roma-Ancona.
Gendarmi fanno la guardia agli operai, per proteggerli dagli agguati dei briganti che infestano la zona.
Tra fondovalli coltivati e aspre pendici boscose svetta il monte San Vicino. In questa natura aspra e solitaria in cui si ambienta la storia cavalcano soldati, briganti e cacciatori di taglie.
Questo romanzo si legge tutto d'un fiato perché ricco di suspence, imboscate, risse in osteria come in un western. Scene d'orrore come l'episodio storico della peste di Ancona drammatizzano la narrazione. Note contrastanti tengono alto l'interesse del lettore tra cui è centrale la tenera storia d'amore fra Anselmo, l'uomo d'ordine ossessionato dalla cattura del brigante più importante, Olmo Carbonari, e Teresa, che lo ha curato a Elcito. Proprio i briganti che lo avevano trovato ferito e in borghese, lo trasportano nella loro roccaforte, ignari della sua identità.
Sotto la superficie della trama si assapora pian piano il fascino per questa piccola comunità di Elcito, che il brigante Olmo Carbonari, ha raccolto, mettendo insieme braccianti ribelli, cacciati dai padroni delle terre, pastori e famiglie che si ribellavano alla leva obbligatoria del nuovo Stato, tutta gente che aveva scelto una vita difficile e nascosta ma libera dalle angherie di ogni potere. Anche nel nuovo regno d'Italia le ingiustizie verso i più deboli o ribelli restavano intatte nonostante il cambiamento gattopardesco di regime.
Da bambini si giocava a guardia e ladri e nessuno voleva fare il ladro. Oggi sono crollati muri e certezze ed una nebbia ha cancellato linee di confine un tempo nette.
Il personaggio narrante di questo libro, Anselmo, ha un percorso simile, rinnovato dall'esperienza, dall'amore e dalla conoscenza dell'altro che lo porta al dubbio e fa vacillare la sua determinazione di combattere e distruggere quello che per lui incarnava il Male.
In questa nostra società moderna di benessere mal distribuito, di solitudine nella moltitudine, senza il calore della solidarietà, il sogno di una piccola comunità a misura d'uomo è attualissimo.
La scelta che ha portato Anselmo a non tradire i briganti di Elcito grazie all'amore per Teresa, per questa terra bellissima, per quella sconosciuta vita comunitaria, è forse la stessa che ha portato l'autore, Maximiliano Cimatti, ad abbandonare lavoro e città per non tradire il suo sogno di vivere nel calore umano di un un piccolissimo borgo marchigiano, dove oggi vive? Se è così il romanzo è quasi autobiografico.

Buona lettura a tutti da Fabrizio!