Come spesso mi capita, scopro solo dopo averlo iniziato che il libro appartiene a una serie e non è nemmeno il primo, anzi, in questo caso è addirittura l'ultimo. Ora, data l'esperienza con questo racconto, dubito troverò la voglia di ripartire dall'inizio. L'ho trovato abbastanza noioso, ripetitivo, poco originale; si dilunga in alcune parti in cui non ne ho assolutamente trovato la necessità, poi invece non vengono approfonditi passaggi che avrebbero potuto dare maggior rilievo e interesse allo scritto. Molti dei personaggi nuovi (ovvero quelli che suppongo non siano mai comparsi in precedenti romanzi) non vengono analizzati a dovere e sono dotati di scarso spessore, o addirittura nullo in alcuni casi, ad esempio nel caso di colui che formalmente fornisce il nome al romanzo: evanescente, sia fisicamente che psicologicamente, cosa che potrebbe anche avere una sua attrattiva, essendo egli un ladro, ma solo che si prevede di dargli un seguito, possibilità di cui dubito seriamente.
In realtà un po' è anche colpa mia: mi sono lasciata attirare dal titolo, e con l'avanzare (ma nemmeno troppo) della lettura sono rimasta delusa da quanto poco c'entri con la trama.
Ultima nota: quando ho letto di un diamante rosa, mi sono guardata intorno aspettandomi di veder comparire l'ispettore Jacques Clouseau. Invece nulla (peccato).
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