Il tema del mimetismo percorre, sino dagli anni Trenta, l'elegante riflessione di
Roger Caillois, intellettuale francese scomparso nel 1978. La mimicry è stata oggetto di suoi studi brevi, all'interno di opere più generali, ma è stata anche trattata in forma autonoma: è uno dei suoi temi più importanti, forse persino quello fondante del suo intero meditare sull'esistente. E' proprio nel garbo, nella precisione e nella misura con la quale Caillois espone ne Il mimetismo animale numerosi esempi dei vari mimetismi animali, quindi anche umani, che risiede il valore di questo testo, meno spericolato di suoi altri sullo stesso tema. Anzi è proprio la solidità dell'argomentazione, depurata di ogni facile effetto, a rendere l'opera ancora più interessante per il lettore maturo. Il mimetismo è esclusivamente funzionale? Ha soltanto uno scopo difensivo o offensivo? Quali altri motivi possono determinarne l'esistenza e la sua indubbia persistenza? È sostenibile ritenere – persino affermare – che il nutrito, ricchissimo “repertorio” di forme e di immagini della natura rimanga comunque un numero finito e calcolabile e, in alcuni rari casi, anche ripetibile?
Perché i soldati di oggi indossano una tuta mimetica persino quando sono di servizio in ambienti urbani? Non è necessario affrettarsi a rispondere. Ci si soffermi a riflettere su questo caso ormai frequente, con calma. Anche senza lambiccarsi su questo esempio, sembra quasi sia possibile mettere in discussione uno dei presunti cardini della condotta umana: l'utilità. Qual è infatti la reale utilità di una tuta mimetica concepita per occultarsi nella boscaglia, nel deserto o sulla neve, all'interno di una stazione di metropolitana? L'intento protettivo, utile in un contesto naturale, sembra dissolversi all'interno di una struttura architettonica. D'altro canto la presenza dei militari armati, evidenziata dalla tuta mimetica, potrebbe rassicurare i pacifici cittadini pur esponendo i soldati a maggiori rischi, considerata la maggiore visibilità. di certo l'utile dei pacifici cittadini sembra accresciuto rispetto a quello dei soldati posti a loro difesa. Quindi l'utile si riapre una strada, una possibilità di esistenza, ma l'utile di chi? Perché ci si fa passare tanto spesso per ciò che non si è, a volte spacciandosi per feroci gradassi o acuti, raffinati intellettuali e in altri casi gabellandosi invece per esserini innocui o candidi babbei? Per prevalere, per proteggersi? Per paura quindi? Perché lo fanno in tanti? Fastidioso interrogarsi su temi del genere, molto più rassicurante osservare questi fenomeni negli animali posti su un gradino ritenuto inferiore nella gerarchica scala di classificazione dei viventi. È anche più facile analizzare queste modalità comportamentali dal di fuori, un "fuori" che equivale a un "alto", dal momento che è scontato per chiunque ritenersi in una posizione più elevata di un bruco. Il mimetismo è quindi esclusivamente funzionale? Ha soltanto uno scopo difensivo od offensivo? Quali altri motivi possono determinarne l'esistenza e la sua indubbia persistenza?
A queste domande Caillois tenta di suggerire delle risposte. Risposte che danno origine ad altre domande, alle quali soltanto nell'intimo il lettore potrà forse osare rispondere.